Negli ultimi anni i motori di ricerca tradizionali hanno incontrato un nuovo concorrente: browser con intelligenza artificiale e chatbot che rispondono alle domande degli utenti in forma di conversazione. Google, Microsoft Copilot, ChatGPT e altri stanno ormai acquisendo una fetta sempre più importante delle “ricerche” e delle interazioni online. In questo scenario, un aspetto cruciale – e spesso trascurato – diventa fondamentale: far emergere il proprio brand nei risultati generati dall’AI.
Cosa è Adobe LLM Optimizer?
Presentato da Adobe il 16 giugno 2025 al Cannes Lions, Adobe LLM Optimizer è un nuovo strumento pensato proprio per monitorare e potenziare la presenza del brand sulle piattaforme AI, come browser conversazionali e assistenti generativi.
Si tratta di un tool B2B incluso nel pacchetto Adobe Experience Cloud che offre:
-
monitoraggio del traffico generato dall’AI,
-
analisi dei momenti in cui il brand è suggerito o citato,
-
suggerimenti per migliorare la discoverability nei contesti conversazionali.
Come spiega Loni Stark, VP di Adobe Experience Cloud, “le interfacce generative AI diventano strumenti centrali per come i clienti scoprono, interagiscono e acquistano” investors.com. LLM Optimizer nasce per far sì che i brand possano “emergere e vincere nei momenti che contano”.
Perché è importante oggi
Oggi i consumatori spesso non digitano più query su Google: chiedono all’AI. Se chiedi “miglior smartphone 2025”, potresti leggere una risposta generata da un LLM, con link, confronti e consigli: tutto in un’unica interfaccia. Ma se il tuo brand non è ottimizzato per questi ambienti, rischi di non essere menzionato.
In sostanza:
-
visibilità su AI-browser → entra nelle conversazioni e suggerimenti dell’AI,
-
traffico conversazionale → nuovi utenti raggiunti non tramite ricerca tradizionale,
-
brand equity → la presenza nei tool AI rafforza la reputazione e la fiducia.
Come funziona LLM Optimizer
Adobe ha dotato LLM Optimizer di un meccanismo di monitoraggio e analisi continuo:
-
Tracking: registra quando il brand compare come suggerimento o fonte in risposte AI;
-
Reporting: fornisce report su impression, click e performance generata dall’AI;
-
Optimize: propone interventi su SEO, snippet, strutture dati e contenuti ottimizzati per i modelli AI.
Inoltre, essendo parte di Adobe Experience Cloud, si integra con altri strumenti AI già presenti, come GenStudio (per creare annunci display/video con AI), Journey Optimizer (per personalizzare i percorsi utente) e Content Analytics (per testare e misurare varianti di contenuto AI-generated) investors.comforbes.com+1news.adobe.com+1.
Casi d’uso reali
Aziende retail, travel o finance, soprattutto con target tech-savvy, stanno implementando queste soluzioni per:
-
Monitorare la menzione del brand su ChatGPT, Gemini e strumenti simili;
-
Ottimizzare intestazioni, metadati, snippet strutturati per favorire il riconoscimento automatico;
-
Testing AI-driven: chiedere all’AI di “raccontami il brand X” prima e dopo l’ottimizzazione, per analizzare la qualità delle risposte.
Il risultato? Visibilità non solo nei motori di ricerca ma anche nelle risorse AI che gli utenti consultano sempre più frequentemente.
Cosa cambia per le agenzie
Per chi lavora in una agenzia di comunicazione e marketing web, Adobe LLM Optimizer ridefinisce il concetto di search visibility. Non basta più curare la SEO tradizionale: bisogna ottimizzare anche per i touchpoint conversazionali.
Un piano strategico aggiornato può includere:
-
Audit integrato SEO + AI;
-
Implementazione di schema markup avanzati;
-
Creazione di contenuti “AI‑responsive”, ossia facilmente interpretabili e utilizzabili dai modelli AI;
-
Monitoraggio della presenza conversazionale e reportistica dedicata.
Così, si mantiene l’awareness organica e si conquista anche la “top of mind” nelle future interazioni AI degli utenti.
Verso una nuova era della discoverability
Il marketing nel 2025 non è più unicamente “ottimizzazione per Google”, ma include una dimensione conversazionale, dominata da modelli LLM. Adobe LLM Optimizer è il primo strumento enterprise dedicato a questo scopo, e dimostra che la visibilità non deve limitarsi ai siti, ma deve esplorare ogni punto di contatto digitale.
Adobe LLM Optimizer entra in scena proprio nel momento giusto: quando l’intelligenza artificiale sta ridefinendo il concetto stesso di ricerca e scoperta. Le aziende – e chi sviluppa le loro strategie digitali – devono quindi pensare a una visibilità su più fronti: SEO tradizionale, social, retail e ora anche AI-driven.
Non è fantascienza: è un’evoluzione in atto. Per comunicare nel modo giusto, serve una strategia olistica, che integri strumenti come LLM Optimizer per monitorare, misurare e migliorare la presenza digitale in tutti gli ambienti.